Negli ultimi tempi ci siamo abituati al brusio isterico degli internauti ogniqualvolta viene annunciato un remake, remaster o semplice porting che sia di un qualsiasi videogame. Se è vero da un lato che alla base di ciò vi sia in alcuni casi un mancato supporto alla retrocompatibilità di alcune console o semplicemente la voglia di monetizzare di alcune aziende, dall’altro è importante notare come la riproposizione di vecchie glorie del passato sia un qualcosa che è sempre esistito. Dalla moda, all’arte, sino al cinema, tutti questi hanno subito negli anni un ritorno di fiamma di alcuni stili od opere. Pertanto non riusciamo proprio a capire dove sia l’origine di tale malumore, anche perché ad ogni nuovo annuncio fiocca un tripudio di emozioni, senza guardare molto lontano pensiamo l’ultimo trailer di Medievil.
Volendo fare un piccolo salto temporale, a memoria videoludica, il primo remake o remaster che ho giocato è stato Super Mario All Stars, che vedeva riproposti su SuperNintendo i vecchi titoli dell’idraulico già sbarcati su NES, ma con l’upgrade dall’8 al 16 bit, cosa che era tanta roba per l’epoca. E tutto ciò ebbe anche un ottimo successo, vendite alla mano. Ma la storia non si ferma qui, affatto. La mia carriera videoludica ha vissuto altri illustrissimi periodi fatti di remake, soprattutto in epoca Gamecube. Che console meravigliosa. Il primissimo fu Resident Evil Rebirth, remake della “villa”, riproposto anche recentemente in HD nella Origins Collection insieme a Residente Evil Zero. Questo fu davvero un gran gioco. Per l’epoca, considerando che quasi tutto il globo aveva in casa una PlayStation 2, Nintendo e Capcom offrivano un’esperienza videoludica con una grafica spaccamascella e un gameplay degno di nota. Davvero uno dei giochi più belli di quella generazione. Stessa sorte non ebbe il remake di Metal Gear Solid, The Twin Snakes, sempre esclusiva Nintendo, che fu molto limitato sia dalla non ottimale diffusione del Gamecube all’epoca, sia anche da un ridottissimo numero di copie rilasciate. Eppure l’accoppiata Nintendo/Kojima propose uno dei titoli più belli e sottovalutati dell’intera saga.
Passano cosi gli anni, ma la celeste nostalgia è sempre lì, che torna. Ci spostiamo quindi su PlayStation 3 che offre una collection con le remaster di Silent Hill 2 e Silent Hill 3, due titoli che ho amato e forse anche i più rappresentativi della saga, se consideriamo il poco clamore del primo titolo che resta qualcosa più di nicchia e che ebbe soprattutto un successo postumo. Ma non solo, fulmine a ciel sereno la remaster di Metal Gear Solid. Come non cedere a qualcosa del genere. Cosa si può volere di meglio? Ragazzi, c’è di meglio. Ancora ricordo quando annunciarono la remaster di Final Fantasy X. Li ho quasi pianto. È la cosa peggiore è stata che non solo ho comprato la Limited per PlayStation 3, ma quando poi annunciarono il porting della remaster su PlayStation 4 non ho saputo resistere. Neanche cito le innumerevoli copie e porting che possiedo per Resident Evil 4, soprattutto su console Nintendo.
Ritornando proprio alla casa di Kyoto, 3DS mi ha permesso di recuperare in una lingua comprensibile il gioco più bello di sempre, The Legend of Zelda Ocarina of the Time, e anche l’unico, ad oggi, sequel di un Zelda, ovvero Majora’s Mask che ho tanto amato quanto odiato per la sua marcata difficoltà. Ci avviciniamo quindi alla generazione attuale con il Wii U, console con un parco titoli colmo di versioni HD, tra cui spiccano The Legend of Zelda Wind Waker, a parer mio una delle remaster in generale più belle di sempre, e Twilight Princess, senza mezzi termini il mio gioco preferito, insidiato da Nier: Automata, ma questa è un’altra storia.
E arriviamo quindi in questa tremenda generazione in cui si è alzato un odio o, meglio, una critica nei confronti delle riproposizioni dell’epoca. Ebbene, nell’ultimo anno e mezzo ho potuto godere su PlayStation 4 della collection con le remaster dei primi tre capitoli di Uncharted, la remaster di Final Fantasy XII, rinominata The Zodiac Age, la remaster del primo Dark Souls e dei remake di alto livello tra cui quello di Shadow of the Colossus e i remake dei primi tre Crash Bandicoot e Spyro. E a tal proposito, per quanto riguarda il nostro amato draghetto, non posso negare che giocarci mi ha praticamente fatto fare un passo indietro di quasi vent’anni, un ritorno ad un’infanzia/adolescenza andata e che non ritornerà. Saranno stati i ricordi di un televisore a tubo catodico e presa scart in una cameretta senza condizionatore con 40° all’ombra, sarà stato un impatto visivo così ricco di dettagli che a guardare video comparativi con distese verdi vuote dell’epoca pensi “Ma davvero esisteva roba così?” eppure Spyro Reignited Trilogy credo sia una dei remake dei più belli di sempre, non per solo per il lavoro che c’è stato dietro, ma proprio perché è riuscito nell’intento di fare ciò che un remake deve fare, ovvero riproporre un qualcosa di vecchio in chiave moderna, facendo leva sul fattore nostalgia, ma creando un’opera che non sente minimamente il peso del passato e si lascia giocare spensierata, com’era il periodo in cui molti di noi lo hanno giocato.
E allora, signori miei, diciamocelo, i remake e le remaster non sono poi così male. È vero, molti hanno già in casa certi titoli e a tal proposito, parlando soprattutto di Sony, questa potrebbe magari rilasciare un emulatore (anche a pagamento) che permetta di riconoscere il disco fisico o il gioco in digitale che si ha in raccolta e installarlo sulla console, praticamente quello che Microsoft concede attraverso il suo programma di retrocompatibilità. Però non si può negare che ogni volta che viene annunciato un titolo passato, remaster o remake che sia, si abbia un amalgama di emozioni che spaziano dalla nostalgia all’eccitamento, e si ritorna teenager in meno di un secondo. A proposito, che giorno è oggi? Quanto manca a Resident Evil 2?