Nelle giornate di sabato 19 e domenica 20 maggio si è tenuto a Foggia, presso il centro commerciale GrandApulia, il Festival Del Nerd, evento organizzato dall’associazione omonima in collaborazione con diversi sponsor e giunto alla sua quarta edizione, divenuto ormai punto di riferimento per gli appassionati di fumetto, cosplay, games e youtubers, ottenendo forte visibilità in tutto il capoluogo dauno. Noi abbiamo avuto modo di parteciparvi, girovagando tra i numerosi stand di autori, cosplayer, l’immancabile merchandise, ma soprattutto abbiamo assistito all’evento Meet & Greet con Michele Poggi, in arte Sabaku no Maiku, conosciuto sul web come Mike of the Desert.
All’evento hanno partecipato numerose personalità di spicco nei vari settori. Moreno Burattini, Claudia Giuliani, Germano Massenzio, Gianluca Gallo, Emanuel Simeoni sono solo alcuni degli artisti presenti al festival dove appassionati e profani hanno potuto avvicinarsi e conoscerli di persona o semplicemente assistere durante la realizzazione delle proprie opere. Himorta, Lucy Lien, Alfredo Florio, SOS Cosplay e tanti altri, invece, hanno presenziato, intrattenuto e deliziato tutti i presenti con i loro cosplay. Nel calderone del festival hanno avuto modo di esibirsi anche i Musicomio, divenuti ormai un punto di riferimento del territorio e forti della recente partecipazione ad Emigratis con Pio e Amedeo, i Gem Boy e gli immancabili Le Stelle di Okuto, irriducibili della manifestazione. Un festival dai tempi molto stretti, che ha richiesto una notevole abilità da parte degli organizzatori per rendere l’evento piacevole e facilmente fruibile da tutta l’utenza. Alcune piccole lacune, non direttamente riconducibili agli organizzatori del festival, dovute piuttosto a problemi tecnici e organizzativi di chi ha coordinato e gestito alcuni eventi con gli youtubers.
Principio cardine dell’evento è stato dunque celebrare il “fumetto” e il mondo Nerd/Geek in generale in tutte le sue forme. Di pari passo anche le opere videoludiche, in quanto arte, purtroppo, necessitano di una consapevolezza comune maggiore. Non a caso utilizziamo questo termine, opere, ma ne parleremo in seguito cercando di tracciare i punti chiave dell’incontro con Sabaku No Maiku. Il Festival del Nerd è dunque basato sul voler dare un punto di vista diverso, far apprezzare il fumetto non unicamente come un disegno, ma come l’opera che essa rappresenta, tematica negli ultimi anni sempre più presente anche nel mercato videoludico. Quest’ultima tematica è stata, difatti, ripresa durante l’incontro con Sabaku. Cercheremo brevemente di creare un sunto di ciò che si è detto durante l’evento, ricordando che abbiamo avuto modo anche di intervistare Sabaku No Maiku (qui link alll’intervista).
Sabaku ha iniziato l’incontro con la proprietà di linguaggio e l’arte oratoria che da sempre lo contraddistinguono. Ha volutamente cercato un paragone con il settore cinematografico e le sue origini. Come rievoca il nostro prolisso Michele, quasi un secolo fa le sale cinematografiche venivano viste alla pari se non peggio, dei bordelli o, senza voler comunque esagerare, luoghi poco raccomandabili. Questo perché il cinema era una novità, mancava la consapevolezza comune e sociale. Non a caso viene citato un aneddoto che vede come protagonisti gli spettatori di una proiezione cinematografica in fuga dalla sala terrorizzati da ciò che stavamo vedendo su schermo, ovvero quelle di un treno ripreso frontalmente in rapido avvicinamento (il famosissimo L’arrivo di un treno alla stazione di La Ciotat dei fratelli Lumiere, qui disponibile). Questo episodio, di impensabile realizzazione in epoca attuale, lascia riflettere su come sia cambiato non solo il mercato, ma anche la consapevolezza che gli utenti hanno nei confronti del settore cinematografico. Parallelamente anche il mercato videoludico, sta subendo la stessa sorte, considerato soprattutto la sua tenera età. Attualmente il videogioco non viene visto come qualcosa che va’ custodito questo probabilmente accadrà quando di noi ne rimarrà ben poco. In Italia soprattutto questo fenomeno è più marcato. Sebbene il mercato videoludico sia una tra i settori più proficui del pianeta, il nostro Paese non ha mai cercato di sfruttarne l’economia cosi come la fuga di cervelli può, o potrebbe, dipendere dal fatto che quest’ultimi non vengano minimamente alimentati o premiati per esistere o almeno restare. Ecco quindi il riferimento ai suoi prossimi appuntamenti a teatro e, più genericamente, all’interesse attuale degli youtuber nel cercare di emancipare determinati concetti dalla piattaforma, cercando realizzazioni più classiche e di impatto su tutta la comunità, non solo su quella fetta prettamente interessata e genericamente di giovane età. Altra differenza tra cinema e videogioco esclusa ovviamente l’età, sebbene Michele tenda a precisare come cinquant’anni non siano pochi e che quindi il videogioco non è più giovane, ciò che realmente cambia è il linguaggio che viene utilizzato per parlarne. Lo studio che viene effettuato dagli esperti del settore dell’industria cinematografica ne aumenta l’importanza e la consapevolezza, imponendo subito quella autorità e quella criticità che merita. A studiare le opere videoludiche sono veramente pochi, di libri ne esistono e Sabaku ne consiglia la lettura, citando e consigliando tra tutti Blood, Sweet and pixel. Tuttavia manca la critica videoludica, manca il linguaggio del videogioco, uno studio e un percorso obbligatorio che si deve effettuare prima di potersi definire critico videoludico o, per lo meno, ambire a diventare tale.
Successivamente un problema tecnico ha costretto il moderatore ad abbandonare lo schedule previsto e Mike, da buon intrattenitore e amante delle interazioni, ne ha subito approfittato per stabilire un contatto con il pubblico. Non è servito neanche chiedere chi avesse domande da porre che già sventolavano le prime mani avide di risposte. Tra queste alcune hanno fornito ottimi spunti di riflessione, come la differenza tra The Moon e Undertale, come viene inteso attualmente il multiplayer competitivo e quando potremo vedere un Sabaku in multiplayer. Domande sostanzialmente ripetitive tra i vari eventi ma, in questo contesto, gli organizzatori devono ringraziare l’iniziativa dell’invitato. Quella che sarebbe stata sicuramente una magra figura (sarebbe bastato un check delle apparecchiature) si è rivelato essere il momento più atteso e intimo con il pubblico.
Risolto parzialmente l’inconveniente riprendere parola il moderatore introducendo un nuovo e finale argomento, l’importanza dei nickname e il valore che il Michele videogiocatore gli conferisce. Ovviamente tutti sappiamo che Sabaku ha esaustivamente argomentato tale tematica in alcuni suoi precedenti video tuttavia, collegandosi al concetto esposto in fase inziale si è lasciato andare in una più personale e confidenziale chiave di lettura, dando la sua esperienza e descrivendo il percorso personale che lo ha portato ad ottenere l’identità prima di Mike of The Desert e successivamente Sabaku No Maiku.
Assistere ad un evento con Michele Poggi è sempre un’esperienza altamente gratificante. Questi sono pensieri personali, ma credo di abbracciare tutte le età, dai più giovani, presenti semplicemente per farsi una fotografia con il loro idolo, a quelli più maturi che hanno vissuto e vivono le sue stesse esperienze e condividono la sua filosofia videoludica e la metodologia di lavoro. Concluso l’evento Mike era lì, pronto a parlare con tutti, letteralmente tutti, ascoltando le richieste e le domande dei suoi fan, entusiasmandosi per ogni dono ricevuto, sempre con un lieve imbarazzo, come se non gli appartenesse tutta quella fama. Andando oltre il personaggio di Mike of The Desert, Michele Poggi è ciò di cui il settore ha bisogno, un critico d’arte videoludica.
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